Legambiente: “Non perdiamo tempo a discutere di nucleare: la strada da seguire è quella delle rinnovabili, dell’efficienza e dell’innovazione tecnologica. All’Italia servono più semplificazioni, lo stop ai sussidi alle fonti fossili e l”aggiornamento del PNIEC ai nuovi obiettivi europei”.

Sul sito unfakenews.legambiente.it l’associazione spiega e smonta alcune bufale sul nucleare. Dal risparmio in bolletta elettrica alla sicurezza degli impianti. 

 “Non perdiamo tempo inutilmente a discutere di nucleare nel nostro Paese. La vera e unica strada che il nostro Paese deve percorrere è quella dello sviluppo delle rinnovabili, dell’efficienza e dell’innovazione tecnologica, sia per accelerare la transizione ecologica ed energetica, sia per rispettare gli obiettivi per il clima fissati al 2030 ed azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. Al governo Draghi chiediamo azioni e politiche concrete che vadano in questa direzione, a partire dallo stop ai sussidi alle fonti fossili in legge di bilancio e dall’aggiornamento del PNIEC all’obiettivo del meno 65% di gas serra entro il 2030 come in Germania, semplificando gli iter per la realizzazione del fotovoltaico integrato sulle coperture degli edifici, anche nei centri storici, e degli impianti eolici, a terra e a mare, spendendo bene i soldi del Next Generation Eu che andranno investiti entro il 2026, e facendo sì che l’Italia diventi un esempio anche per gli altri Paesi, aggiornando le linee guida sull’installazione delle rinnovabili, che risalgono a più di dieci anni fa, per adeguarle in modo chiaro ai nuovi obiettivi europei. Sono questi i punti e prossimi step su cui la Penisola deve far leva”. Così il presidente di Legambiente Stefano Ciafani commenta la questione nucleare tornata in questi giorni in primo piano, a proposito della tecnologia “di IV generazione”.

L’associazione ambientalista, attraverso la sua campagna unfakenews realizzata insieme a La Nuova Ecologia e nata per contrastare le bufale ambientali, smonta anche alcune fake news sul nucleare, sintetizzate qui di seguito con domande e risposte. Info e approfondimenti sul sito https://unfakenews.legambiente.it/. Inoltre, Legambiente ricorda che rispetto a questa tecnologia restano irrisolti tre problemi: la pericolosità degli impianti, il problema delle scorie nucleari e, infine, i costi esorbitanti.

Se utilizzassimo il nucleare la nostra bolletta elettrica sarebbe decisamente più bassa?

No. Senza considerare i problemi della sicurezza, gli incidenti gravi e le scorie da smaltire, trent’anni fa questa affermazione poteva sembrare plausibile. Ma nei decenni i costi del nucleare sono saliti sempre di più, mentre quelli delle rinnovabili sono scesi a livelli sempre più bassi. Oggi il kWh di energia elettrica prodotto dal nucleare costa più del doppio dell’energia prodotta dal fotovoltaico o dall’eolico. Secondo il World Nuclear Industry Status Report, nel 2020 produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico è costato in media nel mondo 3,7 dollari, con l’eolico 4,0 dollari, con il nucleare 16,3 dollari.

Con le tecnologie di IV generazione le centrali nucleari saranno sicure, senza nessun rischio per l’incolumità pubblica?

No. Non esistono impianti industriali di quarta generazione e di conseguenza basi per tale affermazione. Le tecnologie di IV generazione prevedono inoltre lo sviluppo di reattori “veloci”, di tipo fastbreeder (autofertilizzanti), che presentano criticità di sicurezza maggiori e usano il Plutonio, che è il più radio tossico degli elementi radioattivi e, soprattutto, il più proliferante verso le armi nucleari.

Siamo rimasti fra i pochi Paesi al mondo a non investire sul nucleare. Questo ci condannerà alla subalternità?

No. La Germania ha deciso di chiudere l’ultima centrale nucleare a fine 2022. E il successo elettorale dei Verdi nelle ultime elezioni rende improbabile una revisione di questa decisione. Nel mondo soltanto 13 Paesi hanno in corso progetti di costruzione di centrali nucleari. La vera subalternità la rischiamo nelle tecnologie delle fonti rinnovabili, se non vengono rimossi gli impedimenti burocratici che, ad esempio, stanno bloccando lo sviluppo del fotovoltaico. Ma il problema è soprattutto un altro: non c’è più tempo, entro il 2030 l’Italia deve raggiungere i propri obiettivi per il clima. Nel nostro Paese è impensabile costruire e mettere in servizio centrali nucleari che possano dare in tempo utile un contributo per il clima. E lo stesso Ad dell’Enel, Starace, ha riconosciuto poco tempo fa nella conferenza di Cernobbio che il nucleare non è per l’Italia una partita da giocare.

#RoadToGlasgow #ChangeClimateChange

Legambiente farà sentire la sua voce domani a Glasgow partecipando con una sua delegazione alla manifestazione dei FFF e a quella di sabato organizzata dalla COP26 Coalition. Segui il viaggio di Legambiente sui social dell’associazione.

 

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